- ⏱️ Ultimo aggiornamento:19/03/2025
Ogni giorno ci chiamano decine di persone intenzionate a far impresa e ad ottenere i finanziamenti a fondo perduto. Riuscirci non è certo semplice, ma affidandoti a una società di consulenza come la nostra, con oltre 26 anni di esperienza sul campo, potrai aumentare le tue probabilità di successo.
Innanzitutto, ti occorre sapere cosa siano i finanziamenti a fondo perduto e consultare l’elenco completo 2025, comprendente quelli ancora attivi o di prossima uscita.
Continuando a leggere scoprirai la dotazione finanziaria di ognuno, i destinatari, le spese ammissibili, ecc. L’elenco da noi creato raccoglie tutti i finanziamenti a fondo perduto 2025, sia nazionali che regionali, oggi disponibili in Italia.
La finanza agevolata non è mai stata così a portata di click.
Indice dei contenuti
Cosa sono i contributi a fondo perduto?
I contributi a fondo perduto o finanziamenti a fondo perduto sono prestiti in denaro, a favore di imprese o persone fisiche, che non prevedono l’obbligo di restituzione né del capitale erogato né dei relativi interessi. Se così non fosse, non si chiamerebbero “a fondo perduto”.
Per richiederli occorrono alcuni requisiti (che a breve vedremo caso per caso), ma in linea di principio tutti servono ad incoraggiare l’iniziativa imprenditoriale di singoli, gruppi di persone riunite in società o di coloro che hanno difficoltà ad accedere al mercato del lavoro pur avendo, magari, un’idea imprenditoriale e il desiderio di fare impresa.
I finanziamenti a fondo perduto, inoltre, rientrano nel più vasto ambito della finanza agevolata, di cui parleremo più in dettaglio a breve.

Cos’è la finanza agevolata?
La finanza agevolata è una forma di sostegno economico erogata da enti pubblici o privati (più raramente) a imprese, associazioni, organizzazioni non governative (ONG) o singoli cittadini che intendano realizzare progetti d’interesse sociale, culturale, ambientale o a carattere innovativo.
Riguarda i fondi SIE, detti anche in fondi strutturali (livello nazionale), e i fondi europei (livello comunitario). Si tratta, in entrambi i casi, di risorse finanziarie concesse a condizioni più favorevoli rispetto a quelle di mercato (ad esempio con tassi d’interesse più bassi, durate più lunghe, garanzie più ampie), come appunto i contributi a fondo perduto.
Chi eroga i finanziamenti a fondo perduto?
I finanziamenti a fondo perduto o contributi a fondo perduto vengono erogati da Comuni, Province, Regioni, Stati o dall’Unione Europea (UE), sebbene nella pratica vengano gestiti da altri enti (detti enti gestori) come, nel caso di Resto al Sud 2.0 o Investire al Sud, Invitalia Spa, Sviluppo Lavoro Italia o Ente Nazionale Microcredito.
La modalità tramite cui si dà notizia della disponibilità dei finanziamenti a fondo perduto è la pubblicazione (oggi online) degli avvisi pubblici/bandi concernenti l’agevolazione.
Chi può richiedere i finanziamenti a fondo perduto?
Possono richiedere i finanziamenti a fondo perduto sia attività già avviate (anche da poco, come le startup) sia persone fisiche che vogliono costituire una società. Una volta valutato il contenuto del bando e la tipologia del finanziamento, occorre predisporre i documenti richiesti e fornire all’ente gestore un business plan, all’interno del quale va descritto in dettaglio cosa s’intende realizzare. Non solo, occorre anche indicare gli obiettivi nel medio e lungo termine e quali spese si intendono sostenere con i fondi messi a disposizione dal bando.
Cos’è un business plan?
Un business plan, banalmente, è un documento di previsione delle attività imprenditoriali. Spesso viene redatto per ottenere finanziamenti oppure, nel caso di business già avviati, per allocare le risorse disponibili e definire nuovi obiettivi.
Come richiedere i finanziamenti
Considerato che l’ente erogatore non è uguale per tutti e che ogni bando ha le proprie peculiarità, le modalità con cui richiedere i finanziamenti a fondo perduto variano di volta in volta.
In generale, la procedura valutativa dei progetti avviene tramite due modalità:
- a graduatoria o di merito;
- a sportello, fino all’esaurimento delle risorse finanziarie disponibili.
Perché dovresti richiedere i finanziamenti a fondo perduto?
Il conflitto tra Ucraina e Russia, la crisi economica, la crisi climatica, l’innalzamento del costo delle materie prime e recentemente l’avvento dell’intelligenza artificiale (IA) generativa rendono ancor più necessario il ricorso ai contributi a fondo perduto o ad altre forme di finanza agevolata che consentano di lanciare la propria attività. Ricorda: nonostante le difficoltà dei nostri tempi, fare impresa oggi è possibile.
Per riuscirci, però, oltre ad avere un’idea imprenditoriale vincente bisogna anche saperla “vendere”, trovando le risorse finanziare necessarie a coprire i costi di avvio e gestione. In questo, noi di JO Consulting possiamo aiutarti: svolgeremo un’analisi preliminare dell’attività che intendi lanciare o che hai già avviato, redigeremo per te il business plan e ti offriremo supporto durante tutto l’iter procedurale, accrescendo enormemente la possibilità di ottenere il finanziamento.
Puoi chiamarci tutti i giorni, dal lunedì al venerdì, dalle 9:00 alle 13:30 e dalle 14:30 alle 18:00. Puoi anche venirci a trovare in una delle nostre sedi. Chiama ora al numero 0950936053 e fissa una video call o un appuntamento. In alternativa, scrivici su WhatsApp o inviaci un’e-mail dopo aver compilato il modulo di contatto in fondo all’articolo.
Elenco finanziamenti a fondo perduto 2025
È arrivato il momento di dare un’occhiata all’elenco dei finanziamenti a fondo perduto attivi nel 2025; come puoi immaginare alcune misure (ad esempio Resto al Sud) non hanno una vera e propria data di scadenza e vengono rinnovate di anno in anno, altre invece posseggono un inizio e una fine.
Per leggere l’articolo completo dedicato a ciascun bando o aprire la scheda di approfondimento sul sito dell’ente gestore, ti invitiamo a cliccare o toccare il link presente sul nome dell’agevolazione ad ogni inizio paragrafo.

1. Resto al Sud
Resto al Sud sostiene la nascita e lo sviluppo di nuove attività imprenditoriali e libero-professionali in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia, nelle aree del cratere sismico del Centro Italia (Lazio, Marche e Umbria) e nelle isole minori marine, lagunari e lacustri del Centro-Nord.
È rivolto a chi ha un’età compresa tra 18 e 55 anni. I fondi disponibili ammontano a 1 miliardo e 250 milioni di euro.
Cosa finanzia Resto al Sud
Resto al Sud finanzia:
- attività produttive nei settori industria, artigianato, trasformazione dei prodotti agricoli, pesca e acquacoltura;
- fornitura di servizi alle imprese e alle persone;
- turismo;
- commercio;
- attività libero professionali (sia in forma individuale che societaria).
Sono escluse le attività agricole.
Spese ammissibili
- ristrutturazione o manutenzione straordinaria di beni immobili (massimo 30% del programma di spesa);
- acquisto di macchinari, impianti e attrezzature nuovi;
- acquisto di programmi informatici e servizi ICT;
- spese di gestione, dunque materie prime, materiali di consumo, utenze, canoni di locazione, canoni di leasing, garanzie assicurative (massimo 20% del programma di spesa).
Non sono ammissibili le spese di progettazione e promozione, quelle per le consulenze e il personale dipendente.
Come funziona Resto al Sud
Le agevolazioni coprono il 100% delle spese ammissibili e sono così suddivise:
- 50% di contributo a fondo perduto;
- 50% di finanziamento bancario a tasso 0 garantito dal Fondo di Garanzia per le PMI. Gli interessi sono interamente a carico di Invitalia (l’ente gestore).
Il finanziamento massimo è di 50 mila euro per ogni richiedente, ma può arrivare fino a 200 mila euro nel caso di società composte da 4 soci.
Per le sole imprese esercitate in forma individuale, con un solo soggetto proponente, il finanziamento massimo è pari a 60 mila euro.
Ulteriori contributi
A supporto del fabbisogno di circolante, è previsto un ulteriore contributo a fondo perduto:
- 15 mila euro per le ditte individuali e le attività professionali svolte in forma individuale;
- fino a un massimo di 40 mila euro per le società.
Il contributo viene erogato al completamento del programma di spesa, contestualmente al saldo dei contributi concessi.

2. ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero
ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero è rivolto ai giovani tra i 18 e i 35 anni e alle donne di tutte le età che vogliono diventare imprenditrici. Le agevolazioni sono valide in tutta Italia e prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro, che può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili da restituire in 10 anni.
Cosa finanzia ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero
ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero finanzia nuove iniziative per ampliare, diversificare o trasformare le attività esistenti nei settori manifatturiero, servizi, commercio e turismo.
Spese ammissibili
- opere murarie e assimilate (30% investimento ammissibile);
- macchinari, impianti e attrezzature;
- programmi informatici e servizi ICT;
- brevetti, licenze e marchi;
- consulenze specialistiche (5% investimento ammissibile);
- spese connesse alla stipula del contratto di finanziamento;
- spese per la costituzione della società.
Sono previste due linee di finanziamento con programmi di spesa e regime di aiuti diversi, a seconda che le imprese siano costituite da non più di 3 anni oppure da almeno 3 e non più di 5 anni.
Imprese fino a 3 anni
Le imprese costituite da non più di 3 anni possono presentare progetti d’investimento fino a 1,5 milioni di euro per realizzare nuove iniziative.
Imprese tra i 3 e i 5 anni
Le imprese costituite da almeno 3 anni e da non più di 5 possono presentare progetti che prevedano spese per investimenti fino a 3 milioni di euro per realizzare nuove iniziative o ampliare, diversificare o trasformare le attività esistenti.
Come funziona ON – Oltre Nuove imprese a tasso zero
Le agevolazioni prevedono un mix di finanziamento a tasso zero e contributo a fondo perduto per progetti d’impresa con spese fino a 3 milioni di euro, che può coprire fino al 90% delle spese totali ammissibili.
I piani d’impresa devono essere avviati successivamente alla presentazione della domanda e devono essere conclusi entro 24 mesi dalla data di stipula del contratto di finanziamento.
L’incentivo è a sportello: non ci sono graduatorie né scadenze. Le domande sono esaminate in base all’ordine di arrivo.

3. Smart&Start Italia
Smart&Start Italia sostiene la nascita e la crescita delle startup innovative ad alto contenuto tecnologico in tutte le regioni d’Italia.
Finanzia progetti compresi tra 100 mila e 1,5 milioni di euro. È rivolto alle startup innovative costituite da non più di 60 mesi e iscritte alla sezione speciale del registro delle imprese.
La domanda si presenta solo online sulla piattaforma di Invitalia.
Cosa finanzia Smart&Start Italia
L’incentivo finanzia piani d’impresa che prevedano l’acquisto di beni d’investimento, servizi, spese del personale e costi di funzionamento aziendale.
Spese ammissibili
- impianti, macchinari e attrezzature nuove di fabbrica;
- componenti hardware e software;
- brevetti, marchi e licenze;
- certificazioni, know-how e conoscenze tecniche direttamente correlate alle esigenze produttive e gestionali dell’impresa;
- licenze e diritti relativi all’utilizzo di titoli della proprietà industriale;
- licenze relative all’utilizzo di software;
- progettazione, sviluppo, personalizzazione, collaudo di soluzioni architetturali informatiche e di impianti tecnologici produttivi;
- consulenze specialistiche tecnologiche;
- costi salariali relativi al personale dipendente, nonché costi relativi a collaboratori;
- servizi d’incubazione e di accelerazione d’impresa;
- investimenti in marketing e digital marketing.
Le spese del piano d’impresa devono essere sostenute nei 24 mesi successivi alla firma del contratto.
Come funziona Smart&Start Italia
L’incentivo eroga finanziamenti a tasso 0, senza alcuna garanzia, a copertura dell’80% delle spese ammissibili. Questa percentuale può salire fino al 90% se la startup è costituita interamente da donne e/o da giovani sotto i 36 anni, oppure se tra i soci è presente un esperto col titolo di dottore di ricerca italiano (o equivalente) che lavora all’estero e vuole rientrare in Italia.
Le startup con sede in Abruzzo, Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna e Sicilia possono godere di un contributo a fondo perduto pari al 30% del mutuo e restituire così solo il 70% del finanziamento ricevuto.
Il “decreto Rilancio” del 20 maggio 2020 estende il contributo a fondo perduto (il 30% del finanziamento concesso) anche alle startup innovative localizzate nel Cratere sismico del Centro Italia.
Il finanziamento va restituito in 10 anni a partire dal 12° mese successivo all’ultima quota di finanziamento ricevuto.
Le premialità
È previsto un punteggio aggiuntivo in fase di valutazione per quelle attività che:
- attivano collaborazioni con incubatori, acceleratori d’impresa, compresi gli innovation hub e gli organismi di ricerca;
- operano al Centro-Nord e realizzano piani di impresa al Sud;
- dispongono di un accordo d’investimento con un investitore qualificato;
- dispongono del rating di legalità.
Le startup costituite da meno di 1 anno possono inoltre contare su servizi di tutoring tecnico-gestionale nella fase di avvio (pianificazione finanziaria, marketing, organizzazione, ecc.).

4. ISI INAIL 2024
Il bando ISI INAIL 2024 (che verrà attuato nel corso del 2025) prevede finanziamenti a fondo perduto ed è promosso dall’Istituto Nazionale per l’Assicurazione contro gli Infortuni sul Lavoro (INAIL) al fine d’incentivare la sicurezza nei luoghi di lavoro.
L’avviso pubblico si rivolge alle piccole e medie imprese (PMI) del settore agricolo, agevolandole nell’acquisto di macchinari e attrezzature “innovative” che riducano il rischio infortunistico, e agli enti del terzo settore che si occupano della riduzione del rischio da movimentazione manuale di persone.
Le risorse disponibili ammontano, a livello nazionale, a 600 milioni di euro circa e sono suddivise in 5 assi di finanziamento.
La domanda va compilata e inviata, esclusivamente, in modalità telematica secondo quanto riportato nel documento “Regole tecniche e modalità di svolgimento” pubblicato ogni anno.
Cosa finanzia ISI INAIL 2024
ISI INAIL 2024 finanzia progetti per:
- la riduzione dei rischi tecnopatici;
- l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale;
- la riduzione dei rischi infortunistici;
- la bonifica da materiali contenenti amianto;
- micro e piccole imprese operanti in specifici settori di attività;
- micro e piccole imprese operanti nel settore della produzione primaria dei prodotti agricoli.
Tutti gli interventi devono essere finalizzati al miglioramento delle condizioni di salute e sicurezza nei luoghi di lavoro, nel rispetto delle vigenti disposizioni di legge.
Come funziona ISI INAIL 2024
Le imprese e gli enti del terzo settore possono richiedere i finanziamenti a fondo perduto, relativamente agli assi, per progetti compresi tra 5 mila e 130 mila euro. Il finanziamento, in conto capitale, sarà calcolato sull’ammontare delle spese ritenute ammissibili al netto dell’IVA.
Non è previsto limite minimo per le aziende che, con meno di 50 dipendenti, richiedano finanziamenti per l’adozione di modelli organizzativi e di responsabilità sociale.

Sostegno allo sviluppo delle imprese culturali e creative
Sostegno allo sviluppo delle imprese culturali e creative finanzia investimenti diretti alla realizzazione di prodotti, servizi e iniziative innovative in grado di ampliare la filiera culturale della Regione Campania.
La misura è rivolta a micro, piccole e medie imprese (MPMI) che operano negli ambiti:
- A. culturale e creativo;
- B. produzione di contenuti culturali per lo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi a sostegno del turismo locale, realizzati con l’ausilio delle nuove tecnologie.
La dotazione finanziaria complessiva è di 10 milioni di euro, ripartita in 2 ambiti d’intervento:
- 7 milioni di euro per l’ambito A;
- 3 milioni di euro per l’ambito B.
Il contributo è concesso in conto capitale, a copertura dell’80% delle spese ammissibili, fino a un massimo di:
- 200 mila euro per le proposte progettuali presentate in forma singola;
- 400 mila euro per le proposte progettuali presentate in forma aggregata (consorzi/reti-oggetto).
Cosa finanzia Sostegno allo sviluppo delle imprese culturali e creative
Sostegno allo sviluppo delle imprese culturali e creative, con riferimento all’ambito A, finanzia:
- a) investimenti in ICT, AI, marketing e altri metodi di promozione, acquisto e vendita online;
- b) investimenti per l’innovazione di servizi/prodotti volti a promuovere il turismo culturale;
- c) strumenti e servizi, anche tecnologici, che promuovano l’inclusione di soggetti deboli nei luoghi della cultura;
- d) investimenti di digitalizzazione del patrimonio aziendale e/o culturale coerenti con i progetti nazionali del PNRR;
- e) nuovi modelli di business che migliorino la competitività e rispondano alle sfide del settore dei beni culturali.
Nel caso di investimenti materiali, occorre dimostrare la disponibilità degli immobili per un periodo di durata non inferiore a 5 anni.
Invece, in riferimento all’ambito B, l’agevolazione finanzia:
- a) lo sviluppo di nuovi prodotti e/o servizi a sostegno del turismo culturale, realizzati in una logica di rete;
- b) servizi avanzati per processi d’innovazione, marketing e nuove tecnologie per la valorizzazione e promozione turistica degli attrattori e l’incremento dell’offerta collegata alla fruizione turistico-culturale.
Tutte le proposte progettuali relative agli ambiti A e B devono riferirsi a:
- beni culturali ricadenti in aree del territorio campano riconosciute dall’UNESCO quale Patrimonio dell’Umanità;
- ogni altra tipologia di bene culturale conservato in sedi di grande pregio storico-artistico e storico-architettonico.
Come funziona Sostegno allo sviluppo delle imprese culturali e creative
La domanda dovrà essere presentata tramite l’apposito servizio digitale “Domanda di finanziamento per le imprese culturali e creative”, disponibile sul Catalogo dei servizi digitali di Regione Campania, a decorrere dalle ore 00:00 del 28 febbraio 2025 e fino alle ore 14:00 del 28 marzo 2025.

5. Investire al Sud (Resto al Sud 2.0)
Investire al Sud, noto anche come Resto al Sud 2.0 (poiché ne condivide alcune peculiarità) e rientrante nel decreto Coesione, promuove la costituzione di nuove imprese localizzate nei territori del Sud Italia.
Sono destinatari dell’intervento:
- giovani di età inferiore a 35 anni;
- disoccupati da almeno 12 mesi;
- persone in condizioni di marginalità, vulnerabilità sociale e discriminazione, come definiti dal piano nazionale Giovani, donne e lavoro;
- persone inattive, come definite dal piano nazionale Giovani, donne e lavoro;
- donne inoccupate, inattive e disoccupate under 35;
- disoccupati beneficiari di ammortizzatori sociali destinatari delle misure del programma di politica attiva Garanzia di occupabilità dei lavoratori (GOL).
Cosa finanzia Investire al Sud o Resto al Sud 2.0
Investire al Sud o Resto al Sud 2.0 finanzia i seguenti progetti:
- servizi di formazione e di accompagnamento alla progettazione preliminare per l’avvio delle attività su base territoriale e di concerto con le regioni, in coerenza con il programma nazionale Giovani, donne e lavoro e il programma GOL;
- tutoraggio, finalizzato all’incremento delle competenze;
- interventi di sostegno all’investimento.
Come funziona Investire al Sud o Resto al Sud 2.0
Le regioni erogano i servizi d’informazione, orientamento, consulenza e supporto ai destinatari delle misure attraverso i centri per l’impiego e gli sportelli d’informazione e assistenza all’autoimpiego previsti dai livelli essenziali delle prestazioni.
La funzione di coordinamento dell’attività formativa, invece, è affidata all’Ente Nazionale Microcredito, mentre la funzione di tutoraggio è affidata ad Invitalia Spa, unitamente all’attività di selezione delle domande, istruttoria, concessione ed erogazione degli incentivi.
Le risorse necessarie alla promozione e gestione territoriale della misura sono, infine, erogate su base regionale, in ragione dei criteri e dei parametri definiti nel programma nazionale Giovani, donne e lavoro del PNRR.
Le regioni possono concorrere a cofinanziare le misure secondo le modalità definite con il decreto del Ministro del lavoro e delle politiche sociali di concerto con il Ministro per gli affari europei, il Sud, le politiche di coesione e il PNRR.
Per il coordinamento delle informazioni necessarie alla gestione delle misure il Ministero del lavoro e delle politiche sociali implementa il SIISL al fine di consentirne l’interoperabilità con le piattaforme regionali nonché dei soggetti gestori che concorrono all’attuazione della misura.
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